Il giardino in tasca: educare alla sostenibilità partendo da un seme

di Elena Monti

Il giardino in tasca: educare alla sostenibilità partendo da un seme 🌱👖

C’è un’esperienza antica, umile e potente che molti bambini italiani vivevano fino a qualche decennio fa: la semina in un vasetto di yogurt, con un fagiolo appoggiato al cotone inumidito. Era un piccolo miracolo casalingo. Quel germoglio rappresentava non solo la vita, ma anche un legame con la natura che oggi, spesso, si è spezzato. In un tempo in cui i bambini sanno usare il touchscreen prima di camminare, riscoprire quel gesto semplice può diventare un atto rivoluzionario di educazione ecologica.

🧒 Un’educazione che parte dalle mani

Molti insegnanti delle scuole primarie stanno riportando nelle aule il concetto di “orto didattico”. Ma c’è chi ha fatto un passo in più: a Torino, l’insegnante di scienze ambientali Manuela Crotti ha dato vita a un progetto che lei stessa ha battezzato “Il giardino in tasca”. Ogni alunno riceve un sacchettino di tela con dentro tre semi, un po’ di terra e un piccolo diario su cui annotare giorno per giorno cosa osserva.

Il risultato? I bambini si prendono cura della piantina come di un animale domestico. La portano a scuola, la raccontano ai genitori, la proteggono con una bottiglietta d’acqua riciclata. È un modo tangibile e affettivo per comprendere la relazione tra gesto e conseguenza, tra natura e responsabilità.

🔄 Piccoli semi, grande impatto

Secondo dati della FAO, il 75% della biodiversità agricola è scomparso nel corso del secolo scorso. La riscoperta dei semi antichi, dei saperi contadini e della coltivazione domestica è oggi una priorità. Coltivare anche solo un piccolo vaso di basilico sul balcone diventa un atto di riappropriazione del proprio potere ecologico.

In molte città, si stanno diffondendo iniziative come le “biblioteche dei semi”, dove è possibile prendere, scambiare e restituire semi dopo la coltivazione, favorendo la circolazione gratuita di biodiversità.

📖 Una memoria che germoglia

Nel libro L’usignolo dei Linke, Helga Schneider racconta della madre che, nei momenti più duri della guerra, coltivava in segreto un geranio rosso in una scatola da scarpe. “Lo annaffiava con le lacrime”, scrive Schneider. Quella pianta non dava cibo, né ombra, ma coltivava speranza, bellezza, memoria. Oggi, ogni volta che scegliamo di seminare qualcosa, stiamo portando avanti quel filo fragile ma fortissimo che unisce passato e futuro.

✨ Conclusione: porta sempre un seme con te

Coltivare non è solo un gesto agricolo. È una dichiarazione d’intenti. Significa credere che, nonostante tutto, la vita può rinascere.
Metti un seme in tasca. Regalane uno a un bambino. Insegna a qualcun altro a curarlo.
Perché ogni volta che un germoglio spunta, la Terra respira un po’ meglio. E anche noi. 🌍💚

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