Karma che gira o grazia che libera? — Dal ciclo alla salvezza, senza false partenze

Karma che gira o grazia che libera? — Dal ciclo alla salvezza, senza false partenze

💫 Luce & Līlā #1

«Karma che gira o grazia che libera? — Dal ciclo alla salvezza, senza false partenze»

1. Apertura

Se la vita ti sembra un nastro che riavvolge sempre la stessa scena, non sei solo: le tradizioni spirituali parlano da millenni di un ciclo che trattiene l’anima. La domanda è: possiamo uscirne?
Il confronto di oggi mette in dialogo la visione ciclica della Brahma Kumaris con la promessa di grazia offerta dalla Bhagavad-gītā.

2. Focus scripturale

Murli del 25 febbraio 2025:
«Dolci figli, date a tutti la buona notizia che
Bharat sta diventando ancora una volta il paradiso, che il Padre, il Dio del Paradiso, è venuto.»

Bhagavad-gītā 18.66:
«Abbandona ogni forma di dharma e rifugiati in Me solo; Io ti libererò da tutte le reazioni al peccato. Non temere.»

In sintesi

  • Murli: il mondo torna al suo stato aureo, ma occorre cooperare col Padre diffondendo la buona notizia.
  • Gītā: la liberazione può avvenire anche subito, mediante totale affidamento a Kṛṣṇa.

3. Commento ponte

  1. Il ciclo secondo la Brahma Kumaris
  • 5 000 anni che si ripetono: Oro → Argento → Rame → Ferro e di nuovo Oro.
  • Ogni azione incide sul “conto” karmico collettivo; il saldo finale decide la qualità della prossima Età dell’Oro.
  1. La grazia secondo la tradizione bhakti
  • Kṛṣṇa non solo governa la legge del karma: può anche “azzerarne” gli effetti quando l’anima si arrende con fede.
  • Il cammino rimane etico e disciplinato, ma la salvezza ultima non è frutto di meri calcoli: è un dono.
  1. Divergenza apparente, convergenza profonda
  • Responsabilità personale: entrambe le vie chiedono rettitudine, servizio e disciplina.
  • Speranza trascendente: secondo la Gītā la grazia abbrevia la strada; secondo il murli la cooperazione con il Padre rende l’attesa feconda.
  • Possiamo dunque vivere la pratica quotidiana come semina (BK) e, allo stesso tempo, aprirci al raccolto immediato di una misericordia che supera le nostre stime (ISKCON).

4. Pratica del giorno — 12 minuti

Tempo Passo Finalità 0–2 Respiro consapevole: «Om Shanti, io sono luce.» Centrare l’identità spirituale. 2–6 Japa dolce: 4 giri di Hare Kṛṣṇa (sussurrato). Invocare la grazia personalissima. 6–8 Visualizzazione: ruota dorata che rallenta, Kṛṣṇa ne tocca il centro. Integrare ciclo e intervento divino. 8–11 Silenzio vigile: percepire la quiete che segue. Lasciar sedimentare l’esperienza. 11–12 Sankalpa: «Oggi agirò come messaggero di speranza.» Portare la teoria nell’azione.

5. Per continuare

  • Condividi nei commenti: ti senti più chiamato all’impegno graduale o all’abbandono fiducioso?
  • Diffondi l’articolo a chi è in cerca di un ponte fra meditazione silenziosa e devozione attiva.
  • Prossimo lunedì: «Japa meets Traffic Control» — un’agenda pratica per intrecciare mantra e pause di consapevolezza.

«Quando la ruota rallenta e la grazia soffia, l’anima scopre che entrambi i movimenti sono guidati dalla stessa Mano.»

Om Shanti Hare Kṛṣṇa.

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