Un incontro dedicato all’umiltà, alla resa alla guru–paramparā e all’amore per Śrī Rādhā
Sintesi — L’incontro ha collegato la celebrazione di Radhāṣṭamī al cuore della pratica: servire Kṛṣṇa passando per il servizio a Śrīmatī Rādhārāṇī e alla linea dei maestri (guru–paramparā). Sono stati sottolineati l’umiltà, la distinzione tra conoscenza materiale e trascendentale e la gravità degli aparādha (offese). Nessun compromesso nella bhakti: l’obiettivo è il prema per Kṛṣṇa, raggiungibile solo tramite Rādhā.
1) Rādhā al centro del cammino
La classe ha ribadito che Rādhārāṇī è la servitrice suprema e che persino Kṛṣṇa si pone al Suo servizio; perciò i devoti adorano Kṛṣṇa proprio in quanto Egli serve Rādhā. Desiderare di servirLa è vera intelligenza. Senza la Sua misericordia, nessuno può raggiungere Kṛṣṇa.
2) Passare sempre attraverso la guru–paramparā
È stato affermato con chiarezza che l’autorità per parlare di Rādhā–Kṛṣṇa non deriva da meriti personali ma dall’ordine della guru–paramparā; differenziare l’apparizione di Rādhā e Kṛṣṇa è improprio, perché sono inseparabili. L’amore per Rādhā si coltiva servendo sinceramente il Guru: così il cuore si purifica e Rādhā è soddisfatta.
3) Conoscenza che discende, non che si costruisce
È stata rimarcata la distinzione netta tra conoscenza materiale e spirituale: la prima non si può mescolare alla seconda. La vera comprensione non nasce dall’accumulo di letture o dal “seguire molti maestri”, ma dalla disposizione al servizio e dalla ricezione tramite il Guru e la sua successione.
4) Umiltà pratica e spirito di servizio
Rādhārāṇī stessa incarna l’umiltà: cerca chi serve Kṛṣṇa meglio di Lei, modello da emulare in ogni pratica. È stato evidenziato che conta il sentimento interno più delle decorazioni esterne, e che occorre rimuovere gli ostacoli interiori per migliorare il servizio.
5) Evitare gli aparādha
Offese verso i Vaiṣṇava e il Guru spengono il gusto del japa e portano alla caduta spirituale; il nome di Rādhā, pronunciato senza offese, è la sorgente di vero amore e gioia.
6) Fedeltà alla propria linea e niente compromessi
È stata raccomandata lealtà alla propria linea teologica e di pratica, senza “mischiare” altre concezioni. La bhakti ricevuta attraverso i grandi ācārya è pura (śuddha–bhakti), non mescolata con karma o jñāna; per questo non si accettano compromessi. Anche nelle formule di saluto si è invitato a seguire quanto insegnato nella propria linea.
7) Cornice devozionale dell’incontro
L’incontro si è aperto con canti devozionali; sono state ricordate la celebrazione di Radhāṣṭamī (preparazioni e decorazioni dell’altare) e la conclusione del Gaṇeśa Caturthī. Tutto è stato ricondotto al punto centrale: resa alla guru–paramparā, umiltà e servizio.
Da portare nella pratica questa settimana
- Ripetere quotidianamente con attenzione, vigilando sugli aparādha.
- Offrire un piccolo servizio concreto al Guru o alla sua missione, con l’intenzione di purificare il cuore per la soddisfazione di Rādhā.
- Rileggere un passo caro della propria linea, accogliendolo come conoscenza che discende, non come speculazione.