di Ramananda Das HDG

Mantra e giustizia sociale: vibrare alto, agire a terra 🕉️✊
Viviamo in un’epoca complessa, in cui la disuguaglianza sociale e l’inquinamento spirituale sembrano camminare mano nella mano. Ma proprio per questo motivo, la pratica spirituale quotidiana e l’impegno per la giustizia sociale non possono più essere pensati come mondi separati. In realtà, sono due manifestazioni dello stesso desiderio di armonia, verità e amore.
Il mantra Hare Krishna: riconnettersi al Sé supremo 🌟
Recitare il mantra Hare Krishna ogni giorno è molto più di una pratica religiosa. È un atto di resistenza spirituale. In un mondo che ci vuole distratti, frammentati, divisi, il mantra ci riporta al centro:
Hare Krishna Hare Krishna Krishna Krishna Hare Hare
Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare
È un suono che trascende la mente, che scioglie il cuore, che pacifica i conflitti interiori. E quando siamo in pace dentro, possiamo iniziare a costruire la pace fuori. La pratica del mantra agisce come un purificatore della coscienza: non possiamo recitarlo ogni giorno e poi voltare le spalle alla sofferenza del mondo.
Giustizia sociale come manifestazione della coscienza risvegliata ✨
Ogni vero cammino spirituale conduce all’azione. Non alla rabbia, non alla violenza, ma all’azione ispirata, compassionevole, ferma. La giustizia sociale nasce da uno sguardo che riconosce l’altro come parte di sé: l’anziano solo, il migrante stanco, il bambino che non ha voce, l’animale sfruttato, la foresta devastata.
Come disse Gandhi: “La vera misura di ogni società si trova nel modo in cui tratta i suoi membri più deboli”. E come possiamo dimenticare che Krishna stesso, nella Bhagavad-gītā, incita all’azione giusta, al dharma, al servizio del bene comune?
Sostenere l’equità, denunciare le ingiustizie, creare comunità solidali: tutto questo è spiritualità incarnata.
Un esempio che risveglia 🌍
Ravi, un giovane devoto indiano trapiantato in Europa, ha fondato una mensa sociale interamente vegetariana nel quartiere più marginale della città. Ogni giorno, prima di cucinare, recita il mantra e offre mentalmente il cibo. Poi distribuisce i pasti, sorridendo, ascoltando storie, abbracciando ferite. Non ha prediche, non ha sermoni. Solo silenzio, cibo e rispetto. La sua è una rivoluzione dolce, ma radicale.
Conclusione: essere luce nel mondo 🙏
Chi medita davvero, non può restare cieco. Chi ripete un mantra di amore, non può tollerare l’ingiustizia. La guarigione spirituale non è evasione, ma immersione nella realtà, armati di compassione e chiarezza.
Recita il mantra. Ascolta chi soffre. Scegli la giustizia. E lascia che il tuo cuore risvegli altri cuori. 🌿🌍
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