31 agosto 2025 · “Diventare personificazione del ricordo: passare con onore… in un secondo”

1) Sintesi del Murli (4–6 punti)

  • Tre linee di fortuna brillano sulla fronte: sostegno divino, insegnamenti dell’Insegnante, shrimat del Satguru.
  • Debolezza chiave: siamo “personificazione del pensiero”, non “della consapevolezza”; solo la consapevolezza costante dà potere.
  • Autorità dell’esperienza: non basta capire i punti—occorre ESSERE l’esperienza, così Maya non inganna.
  • Trasformazione “in un secondo”: mettere il punto fermo a pensieri/azioni/tempo sprecati; velocità intensa ora.
  • Segni dello stadio elevato: sentirsi strumenti, umiltà, parole gentili, sentimenti puri; natura nuova “spontanea”.
  • Obiettivo: “passare con onore”; alzare la corona del servizio alla corona della consapevolezza. Om Shanti.

2) Pratica del giorno (dharna + yoga)

Dharna (atteggiamento): oggi adotto tre tratti “naturali”: 1) sono strumento, 2) parlo con gentilezza, 3) scelgo l’umiltà prima dell’ego.
Yoga (meditazione): tre micro-sessioni “in un secondo”: fermo il flusso mentale su “Un solo Padre e nessun altro”, lascio brillare il punto-luce nell’āgya chakra; concludo con un “punto fermo” deciso e respiro lungo.

3) Sezione Avyakt7 (post “Welcome”, 19/05/2016 – sintesi breve)

  • Il cammino BK è stato per l’autore un potente specchio dell’ego e poi della sua dissoluzione.
  • Non esistono “strade giuste/sbagliate” in assoluto: dipende dallo stadio dell’anima.
  • Alcuni realizzano il Sé in BK, altri altrove; ciò che conta è l’onestà dell’esperienza vissuta.
  • Chiave: apertura, condivisione, “radical acceptance”—accogliere differenze senza reagire.

4) Bhakti-touch + Versione laica

Bhakti-touch: oggi puoi intrecciare 3 minuti di japa (Nome Divino che ami) dopo la meditazione BK: “Ricordo il Supremo, che alcuni chiamano Śiva, altri Krishna; uno, molti nomi”. Lascio che il Nome pulisca il cuore e nutra la devozione, senza conflitto.
Versione laica: traduci “punto fermo” in psicologia pratica: interrompi ruminazione, nomina l’emozione (“ansia”, “rabbia”), fai un micro-grounding (3 oggetti che vedi, 2 suoni, 1 respiro profondo) e riprendi.

AIVV (Adhyatmik Ishwariya Vishwa Vidyalaya) — “A Unique Godly Plan for World-Transformation”

Cos’è, in due righe

È la “lettura avanzata” (nota anche come PBK/Advance Knowledge) della storia BK: sostiene che Shiva operi in fasi e in più “carri” umani, con un ruolo distinto di Brahma (madre/amore) e Shankar (padre/rigore), per completare l’opera di trasformazione del mondo. Il documento passa in rassegna identità dell’anima, 3 mondi, Trimurti, ciclo di 5000 anni e 84 nascite, con un’enfasi forte su Kaam (lussuria) come “nemico n.1” e sul fatto che Dio non è onnipresente (Shiva risiede in Paramdham ed entra in un corpo quando serve) .

10 punti chiave (chiari-chiari)

  • Chi sono? Anima = punto di luce con mente, intelletto e sanskara; il corpo è solo veicolo (paragone pilota/auto) .
  • Tre mondi: mondo fisico, regione sottile e Paramdham (dimora suprema); lì sta Shiva, non “dappertutto” .
  • Non-onnipresenza: “Vibhu” = “presenza speciale nella memoria”, non ubiquità; Dio viene quando c’è adharma (quindi prima non era “già qui”) .
  • Trimurti operativa: Shiva compie stabilire–distruggere–sostenere tramite Brahma, Shankar e Vishnu; Brahma = madre/amore, Shankar = rigore/“taglio” dei vizi, Vishnu = sintesi/armonizzazione .
  • “Murli”: le parole di Shiva quando entra in Brahma (Dada Lekhraj); sono chiamate “flauto” in senso simbolico (dolcezza della conoscenza) .
  • Dopo il 1969: Shiva prosegue tramite un “carro” legato all’anima-tipo Ram (Shankar) per chiarire e “selezionare” (metafora della mala da 108 perle) — tesi propria PBK/AIVV .
  • Ciclo dei 5000 anni: 4 ere (Satyuga… Kaliyuga) che si ripetono identiche; 84 nascite per le anime top, solo da umano a umano (niente passaggi in animali/piante) .
  • Anima negli animali: gli animali hanno anima (“insetti, animali, uccelli… ognuno ha un’anima”), ma le rinascite umane restano umane; gli animali non sono “niente” ma non diventiamo animali dopo la morte umana .
  • Kaam (lussuria): il vizio-capo da bruciare; “occhio di conoscenza” = fuoco interiore che lo dissolve (non un dio esterno colpito da frecce) .
  • Visione storica: spiega le religioni come “rami” del Kalpa-Tree; i 108 (12×9) migliori diventano la “mala” dei vittoriosi .

Trimurti come metodo di trasformazione quotidiana

Dolcézza che fonda, verità che taglia, stabilità che sostiene

1) Perché “Trimurti come metodo”

Nella simbologia indiana, la Trimurti rappresenta tre funzioni dell’Intelligenza Divina: creazione, trasformazione, sostegno. In linguaggio BK, queste funzioni sono lette come stabilire, purificare/trasformare, mantenere. Non è un mito da museo: è una mappa operativa per la giornata spirituale.

Nel tuo cammino di “ponte” (BK con tocco Bhakti), la Trimurti diventa un protocollo pratico:

  • Brahma: parlare e agire con dolcezza per fondare un clima interiore pulito.
  • Shankar: esercitare discernimento che taglia un vizio/spreco, subito, senza dramma.
  • Vishnu: sostenere con continuità la nuova traccia, finché diventa natura.

Questa lettura pratica non pretende di risolvere le differenze dottrinali tra letture Vaiṣṇava e BK; piuttosto indica un punto di incontro: la trasformazione qui e ora, nel quotidiano. Che tu dica “Kṛṣṇa” o “Śiva”, il banco di prova è la qualità dell’azione.

2) BK e Gītā: il nodo teologico (spiegato onestamente)

La linea BK esplicita che il “Dio della Gītā” è Śiva (Incorporeo) che parla attraverso un corpo umano; non Kṛṣṇa come Dio persona. In documenti BK, si afferma esplicitamente che attribuire la Gītā a Kṛṣṇa come Dio è una sostituzione avvenuta nel tempo; la voce originaria è di Śiva, “Padre Supremo” che istruisce l’anima umana (Arjuna) tramite un medium umano (Brahma/Lekhraj).
Per lo studio “approvato” i BK indicano testi interni come il compendio di B.K. Jagdish Chander (“True/Real Essence of the Gītā”), e lezioni mirate (Geeta Saar); la Gītā di Prabhupada è vista come lettura non allineata perché parte dall’idea opposta (Kṛṣṇa come Dio supremo).

Fin qui la teologia. Ma nella prassi quotidiana — il luogo dove tu servi le persone — il discrimine decisivo non è il nome, bensì l’esperienza. In questo senso, l’autore del blog Avyakt7 ricorda due verità utili:

  1. i cammini spirituali non sono assoluti “giusto/sbagliato”, dipende dallo stadio dell’anima;
  2. la via BK può essere stata per alcuni catalizzatore di realizzazione, per altri un passo e non l’ultimo; ciò che conta è aprire all’esperienza e abbracciare le differenze.
    Questa “accettazione radicale” (come la chiama Avyakt7) è l’antidoto alle guerre di religione interiori.

3) Punti d’incontro concreti: la tua grammatica quotidiana

Al netto delle differenze, BK e Bhakti convergono su alcuni pilastri pratici:

  • Monoteismo devozionale: un Solo Supremo; nomi diversi, stessa aspirazione al ricordo amorevole.
  • Anima, karma, rinascita: legge morale interiore e viaggio dell’anima sono comuni; diverge la mappa dei cicli, non l’essenziale etico.
  • Ahimsā, disciplina, servizio: premere “pause” sulla mente, nutrire cibo pulito, servire chiunque sia davanti.
  • Dialogo civile: nei contesti interreligiosi i due mondi cooperano su pace e valori condivisi, senza tentare “fusioni” dottrinali forzate.

Questa convergenza ti autorizza — nel tuo blog e nella tua radio — a usare doppio registro:
BK-friendly (linguaggio sobrio, ricordo dell’Incorporeo) + Bhakti-touch (un minuto di japa di gratitudine, interiore e discreto) + versione laica (respiro, gentilezza, azione utile).

4) Purezza (il tema delicato): principio e applicazione

La dottrina BK ufficiale presenta la purezza celibataria come pilastro e indica la lussuria come “nemico principale” dell’anima; l’ideale è chiaro (niente rapporti sessuali).
Nella vita reale, tuttavia, la coscienza è un processo: il lavoro parte dalla purezza interiore (sguardo, parola, intenzione), dalla non-oggettificazione dell’altro e da accordi consapevoli nella coppia. È saggio affrontare il tema con verità gentile: l’ideale resta alto; la trasformazione si misura in onestà, benevolenza, continuità. Il pubblico va aiutato con pratiche brevi, non con sensi di colpa.


Mini-esercizio — “Brahma–Shankar–Vishnu” in 3 minuti

Scopo: convertire una tensione mentale in pace operativa.

00:00–00:40 – Brahma (dolcezza che fonda)
Siedi diritto, mezzo sorriso, respiro naturale. Pensa: “Io, anima” (3 volte). Ricorda il Supremo come Padre-Luce: una presenza benevola che non giudica. Porta dolcezza nella parola: scegli una frase gentile che dirai oggi a qualcuno (o a te stesso).

00:40–01:40 – Shankar (verità che taglia)
Individua un solo spreco di oggi (scroll compulsivo, mormorazione, procrastinazione, autocritica tossica). Nominalo. Ora taglia: decidi un micro-limite misurabile (es. “niente notifiche per 60′” / “rispondo dopo la pausa 60″”). È un taglio senza rabbia: netto, pulito.

01:40–03:00 – Vishnu (stabilità che sostiene)
Sostieni la nuova traccia: imposta un promemoria (telefono/agenda) e un gesto concreto (es. apri il documento del post, bevi un bicchiere d’acqua, invia un messaggio benevolo). Chiudi con 3 respiri e l’affermazione: “Dolcezza, verità, continuità”.

(Ripeti il protocollo a 12:00, 16:00, 20:00 in formato ridotto da 60″: “Io, anima” → taglio 1 spreco → gesto di sostegno.)


5) Note per chi desidera approfondire (punti verificabili)

  • Gītā e voce del Supremo (BK): l’attribuzione a Śiva e la critica all’idea “Kṛṣṇa Dio parlante” sono esplicitate nei materiali BK, che indicano come studio allineato i compendi di B.K. Jagdish e lezioni dedicate.
  • Convergenze BK–Bhakti nella prassi: monoteismo devozionale (nomi diversi, un Solo Supremo) e basi etiche condivise; differenze rimangono ma con collaborazioni cordiali in contesti interreligiosi.
  • Sguardo esperienziale (Avyakt7): non “una sola vera via”, ma cammini diversi secondo lo stadio; BK può essere catalizzatore o tappa; la chiave è apertura e condivisione dall’esperienza.

6) Chiosa pratica

Se vuoi sentire meno conflitto tra BK e Bhakti:

Misura la giornata da tre segni: parole più gentili, un taglio netto, una abitudine sostenuta.
Se ci sono questi tre segni, stai già passando con onore.

Riduci la teoria al minimo vitale (una pagina al giorno).

Aumenta la pratica breve e ripetibile (Trimurti 3′ + pausa 60″ ogni 4 ore).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *